domenica 24 novembre 2013

La Resistenza, non deve morire

Per me è stato un piacere ed un onore partecipare alla giornata di tesseramento dell' ANPI; ricordarsi di chi ha permesso di farci vivere in un Paese che, nonostante le sue innumerevoli contraddizioni, è libero e civile è un onore.
Ma è stato un momento anche di riflessione in merito a quanto questo Paese sta vivendo, un Paese martoriato ma ancora in grado di reggersi e ricominciare; un Paese che è passato attraverso il periodo buio del secolo scorso e grazie a valorose persone, donne e uomini che avevano solo il coraggio come scelta, si è liberato dall'oppressore e dalla condanna.
Noi a nostro modo resistiamo, senza l'angoscia continua delle armi e senza il dolore nauseante dei martiri.
Ma dobbiamo resistere: superare il dramma di un futuro incerto che assomiglia più al nero che al grigio, i contorni offuscati di non sapere se avremo la possibilità di crearci un futuro, più o meno degno del nostro impegno; alla frustrazione della caduta negli abissi delle nostre aspettative future; alla mancata riconoscenza del lavoro che ci ha spezzato la schiena per anni.
Dobbiamo resistere al degrado morale prima ancora che economico, cercando di non farci trascinare nel grottesco teatrino che ha sostituito le società.
Non mi accodo a chi dice che viviamo una seconda Resistenza, perché non sono in grado di percepire una gravità così dolorosa al nostro tempo: troppo inferno devono aver vissuto.
Ma credo a chi ci ricorda che portiamo il peso di quegli avvenimenti, che ne dobbiamo sentire ancora il sangue per non dimenticarci da dove veniamo ma anche per non smarrire la strada verso cui stiamo camminando.

chiara

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